La vita è troppo breve per bere vini mediocri. Johann Wolfgang von Goethe (1749 – 1832)
Margarita Rosato
Vi è un cocktail dal nome raffinato e talmente chic da essere un po’ la quintessenza dell’eleganza :il Margarita. La ricetta di questa bontà è semplice e cristallina e racchiude in sè i sapori ed i profumi del Messico: tequila, triple sec e succo di limone o lime. Esso, cosi, rappresenta un evoluzione del classico shortino bevuto con sale e limone mantenendo inalterato il fascino e la sua gradazione alcolica alquanto pesante. Lo storico cocktail ricade nella categoria dei sour, ossia in quei drink preparati miscelando un distillato, del succo e un correttore. Per quanto riguarda le sue origini, come sempre, vi sono versioni e teorie contrastanti. Quella maggiormente accreditata è legata al nome di Daniel e David Negrete che presso il “Garci Crispo Hotel” aprirono un Bar e , in occasione delle nozze di David con Margarita, Daniel diede vita alla drink unendo tequila, triple sec e succo di lime non mescolati con ghiaccio tritato, offrendolo alla sposa come regalo di nozze e dandogli il suo nome. Tutto ciò accadde tra il 1935 e il 1940 e, come bene sappiamo, con passare degli anni il cocktail cambiò sfumature e varianti conservando comunque quella sua raffinatezza da alto rango e l’indiscusso successo. La seconda storia attribuisce il nome del drink all’attrice americana dei primi anni del ‘900, Marjorie King. Si narra che la donna fosse allergica ad ogni alcolico esclusa la tequila, per questo, uno barman inventò il drink per la diva. Il Margarita è il cocktail perfetto per rinfrescare la bocca dal cibo piccante e grasso per questo viene spesso abbinato a fritture ed è prefetto con i piatti tipici della cucina messicana: spiedini di gamberi alla paprika e guacamole, tacos di carne, fajitas di carne, lonza di miale con cajun rub, spiedini di pollo alle mandorle e tri tip con rub al caffè. Oggi, condivido con voi la ricetta di una sua variante che unisce i profumi del’avage blu della tequila con i sapori fruttati e gradevoli dei vitigni di uva di Troia.
La ricetta
- 120 millilitri di vino Castel del Monte Rosato
- 30 millilitri di tequila bianco
- 15 millilitri di triple sec
- 1 fetta di lime
- 1-2 cucchiai abbontandi di granita al limone
- Sciroppo di gomma Arabica
- Sale qb
- Inumidire il bordo del festlighet (bicchiere da margarita) con una fetta di lime e poi passare la parte bagnata nel sale per farlo aderire al bicchiere. Versare la granita e aggiungere il vino, il triple sec e la tequila. Mescolare il tutto e incorporare circa un cucchiaino da caffè di sciroppo. Decorare con una fettina di lime.
Carta d’Identità
Denominazione: Castel del Monte doc
Vitigni principali: Bombino nero, Aglianico, Uva di Troia. Gradazione alcolica minima: 11 gradi ******************************************************************
Caratteristiche Colore: Rosato con tonalità rubino Odore: Vinoso con caratteristiche fruttate Sapore: Asciutto, armonico, gradevole ********************************************************************
Servizio Temperatura: 14 °C Abbinamenti: Cernia in casseruola con calamari, orata al cartoccio, scorfano in umido, anguilla alla griglia, zuppe di pesce, baccalà in umido bianco; costolette di agnello alla brace, paillard di vitello, coniglio alle olive, insalata di carne trita di manzo. ***************************************************************
La Puglia è una terra particolarmente feconda dove le colture ortofrutticole si succedono senza soluzione di continuità, e tra queste particolarmente rigogliosa è la viticoltura. La Zona Una piccola ma rinomata zona di produzione è Castel del Monte, che si trova sulle colline delle Murge, a Nord Ovest di Bari, dove vengono prodotti ottimi vini bianchi, rosati e rossi. Lì da qualche anno si è operato per migliorare i vitigni già esistenti e si è sperimentato l’impianto di nuove varietà non autoctone, anche di provenienza estera. La località è nota non solo per la vocazione enologica, ma anche per l’imponente castello, da cui prende il nome, edificato nel XIII secolo da Federico II di Svevia ( ed ecco come due delle mie grandi passioni, il vino e la storia medioevale, particolarmente quella di Federico II si uniscono ). La costruzione posta sulla collina che domina la città di Andria, pare fosse stata disegnata proprio dall’imperatore svevo che ne seguì personalmente l’edificazione. Sotto la dominazione sveva, la Puglia godette di un periodo di rinascita dal punto di vista artistico e commerciale; se ne avvantaggiò anche la viticoltura. Già in quell’epoca infatti le terre circostanti venivano coltivate e vite, che cresceva rigogliosa a fianco del mandorlo e dell’olivo. Clima e terreno La posizione e la geografia sono particolarmente adatti alla viticoltura per la compresenza di numerosi fattori; innanzi tutto la latitudine che garantisce un’adeguata esposizione solare, che consente una maturazione uniforme delle uve; quindi l’altitudine dei vigneti, impiantati lungo la fascia collinare compresa tra i 200 e i 500 metri sul livello del mare, dà luogo a un’escursione termica tra giorno e notte ottimale per la formazione di un buon corredo aromatico; infine, la vicinanza del mare, il cui respiro svolge una benefica funzione mitigatrice attenuando la calura intensa che caratterizza i mesi caldi in buona parte del Sud Italia. A ciò si aggiunga la qualità del terreno, determinante nella caratterizzazione delle uve e di conseguenza del vino; si tratta in prevalenza di un suolo tufaceo calcareo che oltre i 300 metri di altezza diventa prevalentemente roccioso, il che garantisce un buon drenaggio delle acque. Il Vino In Castel del Monte Rosato nasce nella zona doc che comprende il territorio comunale di Minervino Murge e parte di una decina di comuni limitrofi, tra i quali Andria. E’ ottenuto dalla vinificazione di uva Bombino nero, Aglianico, uva di Troia, che devono costituire almeno il 65 per cento delle uve impiegate. Possono quindi essere impiegati altri vitigni a bacca rossa purchè non aromatici. La resa dell’uva deve essere di 130 quintali per ettaro, mentre il vino deve raggiungere un saggio alcolico minimo di 11 gradi. Considerata l’ampia libertà che il disciplinare lascia in merito alla scelta delle uve, il vino può assumere differenti caratteristiche organolettiche. In linea di massima, però, i requisiti minimi fissati prevedono che debba avere colore rosato con tonalità rubino; odore vinoso con caratteristiche fruttate; sapore asciutto, armonico, e gradevole. Il Castel del Monte a Tavola Il Castel del Monte Rosato è un vino molto versatile, in grado di accompagnare preparazioni tra loro diverse e pertanto adatto a essere servito a Tavola come vino da tutto pasto, da abbinarsi a tutte le portate di un pranzo, eccezion fatta per il dessert. Vanno però escluse le preparazioni molto saporite a base di carne rossa e di selvaggina, così come quelle di pesce più delicate. Il campo degli abbinamenti si mostra comunque molto vasto e ricco. In Puglia dove vengono prodotti numerosi rosati di elevata qualità si usa trattare questi vini come i vini bianchi, serviti freddi per accompagnare piatti di pesce. Il pesce Il Castel del Monte accompagna tutte le zuppe di mare, da quelle di pesce a quelle di soli crostacei e frutti di mare. E’ inoltre adatto ad essere abbinato ai pesci azzurri, particolarmente saporiti, cucinati in qualsiasi modo ( griglia, forno, guazzetto ), tranne che in carpione. Si sposa inoltre con preparazioni di pesce cucinate in umido, al pomodoro, come la cernia con i calamari, lo scorfano e le triglie. Vi sono inoltre varietà ittiche molto saporite come l’anguilla, che richiedono bianchi molto corposi o addirittura vini rossi, ma che in alternativa possono essere serviti con un buon rosato come il Castel del Monte, specie se preparate alla griglia. Lo stesso vale per il baccalà che, cucinato in bianco con le cipolle, richiede un vino dalla corposità di un rosato. La Carne Per quanto riguarda i piatti di carne, il Castel del Monte Rosato bene si accosta alle carni bianche saporite come il coniglio arrosto, le costolette di agnello alla brace, il pollo alla cacciatora, la punta di vitello al forno.Inoltre si può servire con tagliata di manzo tenuta internamente rossa, braciole di maiale in padella, mondeghili alla milanese. Altre varietà di Castel del Monte Nella medesima zona si producono due altri eccellenti vini. Il bianco, ottenuto prevalentemente da uve pampanuto, alle quali è ammessa l’aggiunta non superiore al 25 per cento di altre uve a bacca bianca della zona. E’ un vino bianco paglierino dal profumo delicato e gradevole che accompagna ottimamente antipasti, torte di verdure e piatti di pesce. La leggenda vuole che fosse il vino preferito dell’Imperatore Federico II di Svevia. Il Castel del Monte Rosso è prodotto con uva di Troia alla quale possono essere aggiunte sangiovese, montepulciano e aglianico in quantità non superiore al 35 per cento. Ha colore rosso rubino, profumo vinoso, sapore asciutto e armonico. Si abbina perfettamente con piatti di carne rossa e selvaggina. Esiste anche una versione Riserva che richiede un invecchiamento di 3 anni e un tasso alcolico minimo di 12,5 gradi.