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Cocktail Divino: Verdicchio (Il Rossini di Jesi)

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L’antico Verdicchio sale alle nari, raggiunge il cervello, rianima il nostro oppresso e sfiduciato cuore.

Il Rossini di Jesi

Alzi la mano chi non conosce il Rossini, l’elegante e delizioso long drink di origini italiane images (1)nato nella bella Venezia. Un drink che va consumato, come il Bellini, prima del pranzo o della cena e che, grazie al suo essere chic, è riconosciuto da tutti come drink dell’eleganza. Il suo ideatore, Giuseppe Cipriani, barman esperto del “Harry’s Bar di Venezia, prima di ottenere questa meravigliosa e semplice miscela, ne sperimentò un’altra ispirandosi al colore della toga di un monaco dipinta da Giovanni Bellini visto durante una mostra. Il Rossini discende per l’appunto dal Bellini, ma questa volta il nome dato al drink è in onore del compositore Gioacchino Rossini. I due long drink, come il Mimosa e il Tintoretto, fanno parte della categoria “Sparkling” perchè la loro componente principale è il Prosecco o lo Champagne. Per la rubrica “Cocktal Divino” vi propongo una variante di sapore che sostituisce il Prosecco con del Verdicchio, ma quello spumante perfetto per questo tipo di preparazione.

STRUMENTI NECESSARI PER LA PREPARAZIONE

PicMonkey Collage

Trovate la spiegazione e le immagini degli strumenti menzionati, ma non presenti qui, nei post precedenti.

LA RICETTA

Cocktail Divino: Verdicchio
 
Per due persone
Author:
Recipe type: cocktail
Serves: 10min
Ingredients
  • 20 cl di Verdicchio Spumante
  • 10 cl di polpa di fragola
  • 2 fragole per decorare
Instructions
  1. Lavate all'incirca 10-11 fragole e mettetele nel blender sino ad ottenere una purea.
  2. Versate la polpa ottenuta all'interno dello strainer e con uno stirrer fatela roteare nel colino e cadere in una boul di vetro. Travasate, la polpa, nei flute e in seguito aggiungete il Verdicchio. Mescolate con delicatezza aiutandovi con lo stirrer e servite decorando con una fragola posta sul bordo del bicchiere.

imagesCarta d’Identità

Denominazione: Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC

Vitigni principali: Verdicchio Gradazione alcolica minima: 11,5 gradi *******************************************************************************

Caratteristiche

Colore: Giallo paglierino che può presentare riflessi verdi * Odore: Intenso, persistente, fruttato e floreale.

Sapore: Asciutto, armonico con sentori di frutta, di mele e di mandorle amare. ******************************************************************************

Servizio

Temperatura: 10 – 12 C° Abbinamenti: Frutti di mare crudi, risotto alla marinara, spaghetti alle cozze, orata alla griglia, dentice al cartoccio, zuppe di pesce. Il Verdicchio Classico, maturato in botte, accompagna piatti di carni bianche senza intingoli *********************************************************************************

foto_verdicchio1

La zona in cui ha avuto origine il Verdicchio è situata in provincia di Ancona a Sud del fiume Esino, non lontano dal mare. Comprende cinque piccoli paesi: Castelbellino, Castelplanio, Cupramontana, Maiolati, e Monte Roberto, che delimitano la zona dei Castelli di Jesi. Il paesaggio aperto è addolcito da morbide colline degradanti verso il mare. La Storia Il vitigno Verdicchio è coltivato con tutta probabilità da millenni. I piceni, antico popolo autoctono, potrebbero essere stati i primi ad allevarlo utilizzando tecniche di viticoltura apprese dagli etruschi. Si ipotizza che la sagra di Sant’Emidio, che si festeggia ad Ascoli Piceno in 5 Agosto, risalga proprio alle antiche feste di vendemmio dei piceni. I romani apprezzarono il vino bianco locale come risulta dagli scritti di autori quali Catone, Varrone e Plinio il Vecchio. Dopo la caduta dell’Impero romano, si trovano citazioni del Verdicchio in occasione del passaggio nelle Marche dei Visigoti: re Alarico si approvvigionò di ” quaranta some in barili, nulla a sè stimando recar sanitade et bellico vigore melio del Verdicchio “. La viticultura marchigiana fu incrementata con leggi specifiche dallo Stato Pontificio, ma la fama del Verdicchio di Jesi, fino a circa la metà del ‘900, non uscì dall’ambito locale. Attorno agli anni ’50 una nota azienda produttrice lo promosse e lo commercializzò in bottigli a forma di anfora. Con questa immagine il vino divenne famoso in Italia e all’estero. Negli anni Settanta e Ottanta altri produttori di piccole dimensioni, che puntarono soprattutto alla qualità, contribuirono a fornire al vino un’immagine seria ed affidabile. I Vitigni Il verdicchio è un vitigno marchigiano che , trapiantato al di fuori della propria zona di produzione, non dà risultati apprezzabili. Ha grappolo conico o cilindrico – conico, costituito da acini medi, con buccia sottile, colore verde – giallino e polpa zuccherina. Si tratta del vitigno base dell’omonimo vino, in quanto per il disciplinare deve costituire almeno l’80% delle uve impegnate. Partecipano alla restante quota trebbiano toscano e malvasia del Chianti o toscana. Il terreno che caratterizza la zona di produzione del Verdicchio è prevalentemente argilloso, ma non mancano sabbie, fossili e minerali che danno pregio alle uve. La condizione climatica della zona è assai favorevole alla viticoltura, anche se la vicinanza degli Appennini aumente il rischio di fenomeni temporaleschi, molto dannosi per i vigneti. La Doc Il Verdicchio di Jesi è divenuto doc nel 1968. La zona di produzione, in provincia di Ancona,va da Corinaldo a San Mariano, ad Apiro, a San Vettore e a Morro d’Alba. Nella zona più antica, cioè quella dei Castelli, con esclusione dei territori posti a sinistra del fiume Misa e dei comuni di Ostra e di Senigallia si produce il Verdicchio denominato ” Classico ” Il disciplinare stabilisce che la produzione massima di uva per ettaro non debba superare i 150 quintali. Il vino deve essere brillante, di colore paglierino tenue, talvolta percorso da riflessi verdini; l’odore deve essere delicato, caratterisrico, coimages (1)n possibile profumo fruttato e floreale; il sapore deve essere asciutto, armonico che può arricchirsi di sentori di pesca e di mandorla, la gradazione complessiva deve raggiungere almeno gli 11,5 gradi. Alcune produzioni hanno sapori e profumi risultanti da rese decisamente più basse di quelle prescritte dal disciplinare, a da vinificazioni che prevedono l’impiego di strumenti ad alta tecnologia; esiste anche una varietà spumante. Il Verdicchio in Tavola Il Verdicchio ha molte sfaccettature: secondo il tipo di vinificazione cui è stato sottoposto, si può presentare fresco e leggero oppure caldo e corposo. Giovane e fresco Il Verdicchio è noto come vino da pesce, e pertanto di giusta ma non esagerata corposità, da stappare giovane. Bevuto entro un anno dalla vendemmia è particolarmente fresco e passante adatto ad accompagnare i menù della cucina estiva a base di pesce e di verdure. Il Verdicchio Classico ha in genere caratteristiche più accentuate e una più solida struttura. Il Verdicchio è consigliabile ( servito a 8 – 10 C° di temperatura) con antipasti quali frutti di mare credi, insalate di crostacei bolliti conditi con olio d’oliva, sashimi e carpacci di pesce. Accompagna inoltre primi piatti come risotto alle code di scampo, spaghetti al ragù di pesce, linguine al cartoccio, fedelini alle vongole veraci. E’ infine adatto a secondi piatti quali verdure gratinate ripiene di magro, ratatuille, spiedini di gamberoni, orata al cartoccio, dentice al sale e pagello al forno. Affinato in botte alcune produzioni di Verdicchio vengono fatte maturare in botte o in barriques, per consentire al vino di acquisire maggiore corpo grazie ai tannini ceduti dal legno dei vasi vinari. I risultati sono eccellenti e dimostrano come il Verdicchio sia un vitigno assai versatile. Il vino così ottenuto accompagna in tavola, servito a 12 gradi, preparazioni di pesce saporite e carni bianche cucinate senza intingolo: dunque triglie in umido, triglie al prosciutto crudo cotte al forno, pesce azzurro alla griglia o in umido, seppie ripiene; pailard di vitello, terrine di selvaggina da pelo, pollo bollito alla salsa di tonno, coniglio al vino bianco. Spumante Il Verdicchio può inoltre essere spumante in due versioni: Charmat e Classico. Sono entrambi vini adatti ad accompagnare preparazioni di verdure e di pesce; il metodo classico, più corposo e meno fruttato, va destinato alle preparazioni più saporite. Come tutti gli spumanti sono entrambi con preparazioni fritte come fiori di zucca ripieni, fritti di verdure che comprendono m00elanzane, zucchine, cipolle, patate, carote, affettate e leggermente impastellate; ricchi fritti di mare composti da calamaretti, gamberi, scampi, triglie, soglioline, nasellini, acci
ughe, pescheria, moleche e cozze, gamberi aperti a libro e capesante impanate e fritte. La ricetta: Orata al forno Un abbinamento esemplare per il Verdicchio giovane è costituito dai pesci cucinati al forno, anche al cartoccio, questo genere di cottura esalta il gusto della polpa poichè la disidrata dolcemente concentrandone i sapori. Inoltre la presenza di erbe aromatiche sottolinea ed accentua l’aroma del pesce. Le varietà più adatte sono quelle a carne bianca e saporita come il sarago, l’orata e il dentice.

Clicca qui per leggere tutti gli approfondimenti del post di Antonella, del blog “Il Tempo ritrovato”

Immagini dal web – Immagini cocktail qui (immagine a scopo puramente dimostrativo)- Wall a cura di Audrey
Parte dedicata al vino a cura di Antonella del blog Il tempo ritrovato. Cocktail a cura del “L’atelier du Fantastique”

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