Quantcast
Channel: vini – Atelier du fantastique
Viewing all articles
Browse latest Browse all 30

Cocktail DiVini: Valtellina Superiore Inferno (Red Lady Inferno)

$
0
0

“La forza sconvolgente del vino penetra l’uomo e nelle vene sparge e distribuisce l’ardore” (LUCREZIO Rerum natura)

red-lady-inferno-for-halloween

L’utilizzo di vini rossi e corposi, rosati e bianche nei cocktail è una novità degli ultimi anni. Difatti, solitamente, i vini più utilizzati sono: Prosecco e Champagne, ottimi per la preparazione di Bellini e Rossini. Un uso più antico del vino rosso in quello che è l’ambito dei cocktail è sicuramente legato alla sangria. Però, grazie a barman sempre più esperiti e con conoscenze da sommelier, non è più una rarità assaggiare combinazioni gustose, insolite ma sorprendentemente buone, dove i vini Doc la fanno da padrone. Grazie a questa rubrica abbiamo scoperto diversi cocktail realizzati con vini che rappresentano delle primizie in Italia. Ora però vediamo assieme in quali bicchieri è giusto servire ogni cocktail. Come sapete Bellini, Rossini, Puccini e Mimosa, cocktail a base di spumanti e frutta fresca vanno serviti nei flute. Il Golbet o calice grande, invece, è più indicato per i drink con ghiaccio tritato proprio come quello che vi propongo oggi. La coppa da champagne è perfetta anche per servire dark drink , sparkling o drink a base di succhi di agrumi: Daiquiri, Bacardi o cocktail della categoria sour. Infine, la coppa da martini è indicata per servire anche gli short drink.

Red Lady Inferno per la notte di Halloween

5.0 from 1 reviews
Cocktail DiVini: Valtellina Superiore Inferno (Red Lady Inferno)
 
Prep time
Total time
 
Servire in Golbet
Author:
Recipe type: Drinks
Cuisine: Italian
Serves: 5
Ingredients
  • ⅘ di vino Valtellina Superiore Inferno
  • ⅕ di vodka
  • ghiaccio
Instructions
  1. Tritare il ghiaccio nel mixer.
  2. Aggiungere vino e vodka.
  3. Mescolare per qualche secondo a velocità uno e servire.

 

nino-negri-valtellina-superiore-docg-inferno

Carta d’Identità

Denominazione: Valtellina Superiore Inferno Doc

Vitigni principali: Chiavennasca

Gradazione alcolica minima: 12 °C ***********************************************************

Caratteristiche

Colore: rosso rubino tendente al granato, talvolta arricchito da riflessi violacei o aranciati.

Odore: Caratteristico, può essere definito dai toni vanigliati, di fiore appassito e di nocciola e diventa più armonico nel corso dell’invecchiamento.

Sapore: Asciutto, leggermente tannico, austero e al tempo stesso vellutato, armonico, caratteristico; pùò lasciare trasparire un fondo di mandorla tostata.

**********************************************************************************

Servizio Temperatura: 18 °C

Abbinamenti: Primi piatti con sughi di carne di selvaggina da pelo, secondi piatti corposi, preferibilmente a base di carni rosse lungamente cotte. *********************************************************************************

Un tempo sulle colline che si trovano a nord do Milano. allignavano vigneti che davano vita a un rosso poco impegnativo, ma gradevole. Oggi che lo sviluppo industriale ha cambiato volto a tutta Brianza, facendo scomparire ogni traccia di vigneto, la zona enologica più significativa della Lombardia del Nord e rappresentata dalla Valtellina, imappavaltellinan provincia di Sondrio. Si tratta della valle del corso superiore dell’Adda, orientata da est a ovest, a differenza delle altre valli alpine che vanno da nord a sud. La Valtellina circondata da alte montagne e caratterizzata soprattutto a pendii scoscesi, non sembrerebbe a prima vista adatta alla produzione enologica. Ma la mancata presenza di dolci rilievi è stata compensata da un secolare lavoro di terrazzamenti che ha permesso alla vite di essere coltivata anche oltre gli 800 metri. Il vitigno. L’uva maggiormente coltivata è il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca. Per quanto sia ben acclimatato, non si tratta quindi di un vitigno autoctono, considerato che è di origine piemontese. Circa la data della sua importazione vi sono sostanzialmente due ipotesi. La prima sostiene che il nebbiolo giunse in Valtellina nel Medioevo; la seconda posticipa tale data alla fine del Settecento collocandola nel periodo della conquista napoleonica. I vitigni autoctoni sono detti Pignola, Rossola e Brunola, ma rivestono modesta importanza. Sono coltivazioni marginali, impegnate, come spesso pure il Merlot e il Pinot nero, per completare l’uva chiavennasca nella produzione dei vini valtellinesi. In merito alla denominazione assunta dal vitigno, alcuni ritengono che sia una derivazione del toponimo Chiavenna, altri invece sostengono che sia stata originata dal dialettale ” ciù vinasca “, che significa ” più adatta al vino “. In Valtellina si producono diversi vini a a base di Nebbiolo, tra cui l’Inferno così denominato perchè le temperature raggiunte sui terrazzamenti in cui sono posti i vigneti sono molto elevate; temperature che consentono alle uve una completa maturazione nonostante alcuni filari si trovino anche oltre gli 800 metri. La Doc La Valtellina Superiore Inferno ha ottenuto la Doc nel 1968 ed è prodotto in una dozzina di comuni della valle, più precisamente nella sotto zona corrispondente al tratto di valle delimitato dai comuni di Poggiridenti e Tresivio, a est di Sondrio. Il disciplinare stabilisce che il vitigno Chiavennesca debba essere impiegato con una quota non inferiore al 95 per cento, eventualmente completato dai vitigni autoctoni sopra ricordati oltre che da Merlot e Pinot nero. La resa massima dell’uva per ettaro è di 100 quintali; l’Inferno deve avere almeno 12 gradi alcolici ed essere stato invecchiato almeno 26 mesi. Al momento della commercializzazione presenta colore rosso rubino tendente al granato, talvolta arricchito da riflessi violacei o aranciati. L’odore, caratteristico, mostra toni vanigliati, di fiore appassito e di nocciola, e diventa più armonico nel corso dell’invecchiamento il sapore è asciutto, leggermente tannico, austero, e al tempo stesso vellutato, armonico, caratteristico; può lasciare trasparire un fondo di mandorla tostata. Si serve a 18°C di temperatura e accompagna piatti di buona struttura. Inferno Riserva Esiste una versione Riserva che deve invecchiare almeno 50 mesi. Si tratta di un vino longevo che può invecchiare lungamente. Conviene pertanto aprire la bottiglia con largo anticipo prima di servirla, in modo che il vino possa ossigenarsi; in caso di produzioni invecchiate oltre i 5 anni converrà decantare il vino nell’apposita brocca prima di servirlo. La temperatura di servizio è di solito di 18 °C ma non manca chi preferisce berlo a 20 °C. L’Inferno Riserva accompagna secondi piatti a base di carne rossa oppure selvaggina da pelo. Il Valtellina Superiore Inferno in tavola Il Valtellina Superiore Inferno affianca le produzioni dei Valtellina Superiore Sassella, Grumello e Valgella. Tra questi spicca per il carattere deciso, l’ampiezza aromatica e la salda struttura. Si tratta infatti di un vino rosso che presenta profumi talvolta vanigliati, arricchiti da toni di rosa appassita e di nocciola e di sapore asciutto. Come abbiamo visto è prodotto anche nella varietà Riserva, maggiormente invecchiata e, da un punto di vista organolettico, più intensamente caratterizzata. Si tratta pertanto di due tipologie enologiche che, per quanto accomunate da alcune connotazioni, si prestano a sposarsi con preparazioni assai diverse. Valtellina Superiore Inferno Il Valtellina superiore Inferno è un vino corposo che può essere abbinato ad alcuni piatti conditi con sughi di carne di selvaggina da pelo:; secondi piatti robusti a bascaven-camuna-vigneti520e di carni rosse lungamente cotte. Localmente viene abbinato ai pizzoccheri, ma la sapidità della portata non eguaglia la corposità del vino. Risultano più felici gli abbinamenti con paste asciutte condite con salse di selvaggina come i tagliolini al sugo di lepre. Si serve con secondi piatti a base di carne rossa brasata o stufata come il brasato di bue; volendo servire carni bianche, si scelgano le cotture al vino rosso, come nel caso del coq au vin. Si può infine gustare con i formaggi a pasta dura stagionati Si può pertanto proporre, servito a temperatura di 18°C, con primi piatti quali pennette al ragù d’anatra, bomba di riso al piccione disossato, lasagne al forno al ragù, Pappardelle al brasato di cinghiale, tagliolini al sugo di lepre. Tra i secondi piatti consiglio il Tapulon, l’anatra in crosta di ricotta, il piccione al cartoccio, il codone di manzo brasato, il muscolo di manzo stracotto. Valtellina Superiore Inferno Riserva Il Valtellina Superiore Inferno Riserva è vino munito di salda struttura adatto ad accompagnare piatti particolarmente saporiti. Proposto a 18 °C di temperatura, si serva preferibilmente con secondi piatti come stufato di cinghiale; spalla di cinghiale in arrosto morto; camoscio in civet, nocette di capriolo in salsa al vino rosso, cosciotto di cervo brasato, lepre in salmì. Si può inoltre proporre con formaggi a pasta dura particolarmente stagionati.

inferno

Clicca qui per recarti nel blog di Antonella “Il tempo ritrovato” e scoprire la ricetta che accompagna questo vino

 “è quell’inferno rosso di brace e fiamma, che odore infuso di prugne e more emana e che al Paradiso è meglio preferire”. (abate Morelli nel poemetto Dionisos)

Immagini dal web- Wall e cocktail a cura dell’Atelier- Presentazione vino a cura di Antonella del blog ” Il tempo ritrovato”

Viewing all articles
Browse latest Browse all 30